IL CORPO SIMBOLICO. Mostra di Fabrizio Merisi al Museo Diotti

Pubblicato il 18 settembre 2019 • Cultura Via Formis, 17, 26041 Casalmaggiore CR, Italia

Dopo la pausa estiva, l’attività espositiva del Museo Diotti riprende con una mostra dedicata a Fabrizio Merisi, artista di forte spessore intellettuale e concettuale la cui ricerca artistica è imprescindibile da quella antropologica ed etnografica. Nato a Crespi d’Adda nel 1937, Merisi vive e lavora tra Milano e Pescarolo (CR), dove - dal 1996 - dirige il Museo del Lino. Motivi iconografici ricorrenti (vasi e acquari stipati di frammenti di oggetti e di resti organici marcescenti, teatrini intesi come vanitas-autoritratti, pesci feriti, prima dipinti poi tradotti in forme tridimensionali essenziali) funzionano come allegorie e simboli della condizione umana e di un disagio esistenziale che Merisi ha coltivato non da spettatore, ma misurandosi corpo a corpo con le contraddizioni sociali e con gli aspetti più laceranti del vivere. L’emergere di un tema dominante, quello del pesce ferito, con sotteso legame simbolico col corpo di Cristo, pone in primo piano il valore sacrale della vita sottolineato, nelle opere più recenti, dalle pratiche, dalle cure e dai riti per il suo risarcimento. Ed è proprio la ritualità insita nei corredi augurali ad evidenziare il potere magico-catartico della pittura. Nell’opera di Merisi grande rilievo è attribuito alle piccole cose, agli oggetti d’uso, ai dettagli e ciò si coglie anche nella scelta dei materiali, costituiti per lo più da “frammenti” (tele imbottite e cucite, corde, gesso, legno, garza, cartapesta…), materiali eterogenei che vengono dalla natura e dal mondo del lavoro, segni tangibili di una civiltà legata a gesti e culti perduti. Mostra e catalogo sono a cura di Valter Rosa. http://www.museodiotti.it